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giovedì 2 maggio 2013

That tiny box of mine

Qualche tempo fa ho letto un post bellissimo che mi ha incuriosito. Parlava della rabbia giovane e di un libro che in qualche modo insegnava a gestirla. Subito mi chiesi perché i bambini dovessero arrabbiarsi. Da quel che ricordavo, l'infanzia è il periodo più felice della vita: si è irresistibilmente belli e tutti ti amano (anche se a te bastano le due persone più importanti dell'universo!).
Ma a pensarci bene, questi sono discorsi da adulti, pensieri del senno di poi che i bambini non hanno. I bambini hanno un per sempre o un mai, loro hanno il tempo all'infinito. Che figata! Ma questo vale per il bene come per il male, e ogni certezza o equilibrio può diventare precario. Quindi i bambini hanno paure, hanno frustrazioni, delusioni grandi come le loro aspettative... cosa mi aveva fatto pensare che non avessero il diritto di arrabbiarsi?
I bambini s'incazzano, eccome!
Rinsavita, mi tornano in mente le mie prime incazzature con mia madre. Da piccola dovevo essere una fanatica della moviola in campo, ma erano gli anni '80 e mia madre faceva quello che poteva. La partita si giocava solitamente nel nostro soggiorno, io nella mia postazione sul divano o comodamente seduta per terra a giocare, lei, lei spesso di spalle a fare tante altre cose mentre parlava o cantava con me (a questo ricordo va tutta la mia tenerezza, a quelle tue spalle magre da ragazza, quant'eri bella, mamma! Scusa, per tutto!).
Il gioco si faceva più difficile quando si aggiungevano nuovi giocatori, se per esempio avevamo la TV o la radio accesa. Avevo la fissa delle parole, quando ne sentivo una nuova, dovevo assolutamente saperne il significato. Mentre parlava a un certo punto la bloccavo... "aspettaAspetta, cos'hai detto?" Mia madre ripeteva, ma a me non andava mai bene, c'era sempre qualcosa che mi suonava diverso (avrei scoperto molto più tardi la sintesi e la parafrasi). Io volevo esattamente quella frase, con quella parola, non un sinonimo, io volevo quella! "Almeno dimmi quale" provava a difendersi mia madre, "come iniziava?". "Chennesò, mamma, quella che hai detto prima!"... "Ne ho dette tante" sbuffava lei, ma io le facevo ripetere le frasi a ritroso: "la parola prima... no, quella prima ancora!" finché lei sicuramente non mi mandava affangiro e io rimanevo convinta di essere vittima di una cospirazione che mi privava del sapere dei grandi!
Chissà poi se quelle parole le avevo sentite veramente o me le ero immaginate, sentite distrattamente, un paio di parole ne formavano una nuova, dal suono strano e sconosciuto e con quelle fantasie tormentavo mia madre! Ma questo lo dico adesso, allora... allora era una tragedia, credevo che la strega madre lo facesse apposta. E comunque, apposta o non apposta, finivo per arrabbiarmi sul serio e tenerle il broncio per un po', magari fino alla prossima canzone o al cartone preferito.
Ok, ma quanti anni potevo avere io ai tempi di questi litigi? 4... 5? Non credo che i miei ricordi arrivino più indietro. Mia figlia ci ha cominciato prima, giusto perché in certe cose è bene non farsi superare da nessuno!
Ti guardo e capisco tante cose, piccina. Molte più di quelle che credevo poter capire. I bambini subiscono un numero indefinito di volte l'intervento di un Deus ex machina, che il più delle volte non è stato invocato da loro. Quante volte vengono distolti da un'impresa eroica, se non addirittura fisicamente prelevati, sollevati dall'incarico, trascinati via dal pericolo? Solo perché sono piccoli e li si può sollevare! Pensateci, non ci sogneremo mai di sollevare nostro marito solo perché sta riempendo di briciole il pavimento che avevamo appena lavato (anche se a volte ci starebbe!). La natura ha provveduto a che questo non possa succedere e quindi spesso ci limitiamo a fantasticare sulla scena e magari per questo riusciamo a riderci un po' su!
Di sicuro in quei momenti, piccola mia, devi credere di aver subito un torto grandissimo, e hai ragione, ma la vita degli adulti è scandita da tempi cortissimi, niente tempo all'infinito per noi, ahimè, che spesso diventiamo ciechi e anche un po' matti. Dovresti vederti: la testa all'indietro e la schiena ad arco (con tutte le frecce), rigida e pur scalciante. Se provo a contenere questa cosa, a rassicurarti, mi mandi via, ti devi sfogare, ma guai a me se mi allontano o mi distraggo: tu vuoi i testimoni e i più pazienti saranno ricompensati. Non scorderò mai che dopo una scena di queste, ti sei arrampicata in braccio a me e, prendendomi la testa fra le mani, mi hai dato un bacio grandegrande, insomma abbiamo fatto pace. Hai 15 mesi amore, io queste cose non me le aspetto!
Deve esserci un mostro che ti tormenta di notte e non ti lascia dormire. Ti rotoli, sbatti, ti svegli e finisce che piangi. Questa cosa te la risolvi con la tua tetta, con me, su cui sfoghi i tuoi brutti sogni e il tuo nervosismo. Allora ti attacchi, mi stringi, mi pizzichi (ahi, le tue unghie!), poi ti stacchi, rotoli e torni... tutto d'accapo, ancora e ancora. Vorrei aiutarti, ma mi trovo in balìa del sonno, del dolore, della stanchezza, che sconforto!
Mi torna in mente quella scatola in cui il bambino della storia rinchiudeva quel mostro che era diventato la sua rabbia, e tutto quello che trovo è una scatola piccolissima. Potrebbe starci un anello, ma non quei mostri che ci tormentano. Perché a questo punto non sono solo i tuoi, ci sono anche i miei, sono tanti, diventano più grandi di noi e ci fanno paura.
Devo fare qualcosa, sono la mamma, dovrei dire qualcosa da mamma, tipo... Basta litigare voi! Ognuno dentro la sua scatola, ma prima fate la pace! Dovrei regalartene una tutta tua, piccina per quanto sia, servirà pure e impareremo insieme ad addomesticare i nostri mostri, a parlarci, a farci ascoltare, perché non ci facciano più paura.
Se Pi è riuscito a convincere la tigre a non mangiarlo, possiamo riuscirci anche noi con quei mostri, che ne dici? Possiamo provarci!

7 commenti:

  1. Riesci sempre a trovare le parole giuste, amore mio.
    Tu sì.....che sei Speciale
    ti invidio sempre un po'
    sai sempre cosa fare...e...
    e che cosa è giusto o no!
    Tu sei così sicura
    di tutto intorno a te
    che sembri quasi un'onda che
    che si trascina.....me
    lascia stare
    che ho qualche anno in più
    meno male
    che sei convinta tu
    io sto uguale
    mi chiedo solo se
    faccio male...a volte
    a ridere di te

    Le stelle stanno in cielo
    e i Sogni....non lo so
    So solo che son pochi....
    quelli che s'avverano
    Io so che sei una donna
    Onesta!......non lo so
    soprattutto con Se Stessa...
    con Se Stessa....forse no(Vasco Rossi-Ridere di te)

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    1. Non ricordavo le parole di questa canzone... grazie, ma non è vero affatto che so sempre cosa fare. Il più delle volte scrivo per condividere le mie domande e i miei dubbi, che sono più delle risposte che trovo...
      Però grazie, grazie!

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  2. mi ripeto lo so...non so come fai ma sembra che mi leggi dentro...dai parole ai miei sentimenti e come sempre sei bravissima e dolcissima.

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