-->

giovedì 10 gennaio 2013

Le parole nel cassetto

Gli altri hanno i sogni nel cassetto, io, oltre a quelli, ci tengo le parole.
Parole vere, di carta, lacrime sbavate d'inchiostro, affidate alle lettere. Fogli solcati da mani accurate, ripiegati, imbustati e poi spediti col francobollo o consegnati come un segreto, nascosti tra le pagine di un libro o nelle tasche di una valigia. E la valigia è sempre la mia, sempre lì che mi aspetta sotto il letto o già pronta davanti la porta. A ogni viaggio cambia qualcosa. Qualcosa che porto via come un ladro, o che mi lascio indietro come le briciole di Pollicino, nella speranza forse che non mi si dimentichi (o per ritrovare la strada del prossimo ritorno?).
Ma ogni volta, irrimediabilmente mi sento svuotata, improvvisamente privata di tutto quello che aveva riempito i miei giorni, i volti, gli abbracci. Rimangono le voci al telefono, ma le mani restano vuote, tese nell'aria, vuota anche lei.
Allora apro i cassetti e cerco le parole. Sono lettere, biglietti d'auguri, cartoline o mail stampate, sono carta, fogli di diario, di un quaderno di scuola.
Sono parole di una vita vissuta tra un viaggio di andata e un addio. Una vita troppo piena di feste di bentornato e saluti a mani al vento di un aeroporto o di una stazione, di baci che rimangono sospesi a ripercorrere distanze che fanno sempre male. Sono le parole dell'assenza, dell'abbandono, sono ricordi che restano con noi, sono promesse che ci accompagnano al domani e accorciano un po' i giorni che ci tengono lontani.
Parlare d'esilio può sembrare forse un po' azzardato, il fatto è che la vita a volte ci precede, ci chiede di seguirla senza troppe domande. Non so se tu, bambina mia, lo capirai, tu che di domande lo so, me ne farai tante. Non so se un giorno forse mi odierai, perché non saprò spiegarti ciò che in fondo il cuore non è mai riuscito ad accettare. 
Così intanto ci riempiano gli occhi di una bellezza che si scava un posto dentro di noi, le giornate di coccole e giochi allegri e baci e mani che ci scaldano il cuore. Per le parole (e la carta) è ancora presto, e poi chissà se basteranno.

3 commenti:

  1. Certo non bastano di fronte a questo scritto...

    RispondiElimina
  2. Prometto che non scrivo più post così malinconici... almeno per un po'! Adesso è ora di festeggiamenti, ce li meritiamo :)

    RispondiElimina
  3. Non ci crederai ma mi ritrovo un pò anche in queste tue parole malinconiche...sarà che in questi giorni sento la mancanza di alcuni luoghi,persone e cose...perchè anche io ho degli affetti lontani...

    RispondiElimina