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mercoledì 21 novembre 2012

Un giorno come tanti

Oggi hai 10 mesi e 1 settimana.
Sembra un giorno come tanti, eppure è il primo in cui mi sono davvero arrabbiata con te, ho scritto sul calendario che sarebbe stato l'ultimo di allattamento. L'ho scritto per farmi più male, l'ho scritto piangendo, mi sono odiata. Mi sono sentita falsa, le mie parole una glassa di zucchero sopra un dolce insipido e asciutto.
Quando mi sento così vorrei cancellare tutto, ogni traccia di me che mi ricorda di essere migliore, per sprofondare meglio nell'autocommiserazione, quello sì che mi riesce benissimo! Ma stavolta non posso, ci sei tu a insegnarmi che le stronzate sul calendario possono sempre essere cancellate, che le lacrime si asciugano e il sorriso torna, presto! Ci sei tu e mi ripeto che nella vita il dolce non è solo zucchero, che i sentimenti sono veri proprio perché sono tanti, anche se litigano tra loro. Che vivono tutti insieme, senza cancellarsi e fanno di noi gli esseri complessi (e complicati) che siamo (d'accordo io forse lo sono un po' troppo!).
In un giorno come tanti imparo a perdonare e a perdonarmi, e il perdono arriva con la tua bocca, in un bacio umido che ancora non sai dare ma che schiocca nella sua sola intenzione. Imparo a contare fino a 10 (io che al 3 partivo... a volte anche prima del via!), sportiva no, non lo sono mai stata... chiedilo alle zie, mi è sempre piaciuto vincere, mannaggia! La mia vittoria più grande sarà saperti trasmettere che per vincere non occorre che perda qualcuno. Sarà dura, cosa dovrò dirti: "non guardare la mamma, lei non sa gestire i conflitti" (?) So per certo che si impara più per "osmosi" che dai consigli o dalle lezioni propriamente dette.
Questo significa che dovrò cambiare e lottare contro quella parte di me che vorrà insegnarti come fare. So per certo che sfottendo da sempre mia madre di somigliare a mia nonna, le riconosco entrambe nel mio modo di fare, perfino nei miei modi di dire! C'è di bello una cosa in questo a pensarci bene, forse non sono solo i difetti a venire "ereditati", se la trasmissione della specie è stata affidata alle donne, forse non ce la siamo cavata poi tanto male come pensavamo!

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